Ma:
1. io lavoro in università e non ho ancora visto studenti cui sia stato impedito di fare lezione;
2. ci sarà un motivo se i ricercatori italiani sono così apprezzati all'estero a livello di preparazione. Anche questo giustifica i tagli alla spesa?
3. finanziare solo la ricerca applicata dimenticando quella di base è una delle cazzate più colossali che si possano fare. Spessissimo i risvolti applicativi di molte scoperte non erano prevedibili ma per fortuna c'è qualcuno che si è cimentato comunque. Senza la ricerca curiosity driven non si va da nessuna parte;
4. la proliferazione delle sedi universitarie era stata bloccata già dal precedente ministro (uno dei pochi interventi decenti in quest'ambito).
5. nelle università esistono i raccomandati (ehi, l'acqua calda!) quindi è giusto tagliare. Seguendo la stessa logica allora dovremmo applicare la stessa soluzione in tutti i settori, a partire dalle industrie feudali fino ad arrivare alla... ehm... politica (scroscio di risate). Se c'è un problema la soluzione non è tagliare ma riformare. Ma riformare vuol dire fare fatica, meglio tagliare e poi minacciare di mandare i poliziotti.
Ecco, appunto, i poliziotti.
E poi s'incazza se gli si dà del dittatore.
Greylines
PS: il mio sogno? Che l'istruzione, a tutti i livelli, venga finalmente affrontata senza ideologismi. Basta con certe proteste di sessantottina memoria che esplodono quando si sente parlare di voto di condotta o di selezione basata sul merito. A è più bravo di B? A va avanti e B no.
Ma basta anche con la rivalsa della destra verso un settore che da sempre vota a sinistra, basta con le solite storie sui pochi studenti che rovinano le lezioni a tutti, basta con certe visioni beceramente materialistiche che considerano utili cultura e ricerca solo se finalizzate alla produzione economica.
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