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lunedì 5 ottobre 2009

Jonh Doe è morto, viva John Doe

La seconda stagione era finita col botto, la terza iniza col piede giusto: John Doe privo di memoria che vaga per la Terra del fa' come ti pare dominata dal figlio Mordred. Peccato che nei primi numeri la continuity venga abbandonata e si torni a una serie di puntate autoconclusive, una scelta che pare più dettata dal business - coinvolgere nuovi lettori? - che da esigenze narrative. Il risultato è una storia discontinua che si riscatta nel crescendo finale, splendido sia per le trovate narrative che per lo stile dei disegnatori chiamati a rappresentarle.
John Doe poteva tranquillamente concludersi così, con quelle ultime parole su un foglio bianco.

PS: senza Pestilenza e Pericle questo fumetto non sarebbe stato lo stesso.

domenica 20 settembre 2009

John Doe vs. Tyler Durden

Se la prima stagione di John Doe era riuscita ad essere innovativa e intrigante, la seconda si rivela ancora meglio: personaggi con più spessore, una continuity sempre più avvincente e una trama più solida e meno "episodica", che vola alto giocando su fato e libero arbitrio. Lo scontro fra il neo-promosso John Doe e l'irruento figlio Mordred è serrato, epico, imprevedibile, senza spazio per distinzioni fra buoni e cattivi. Non mancano le citazioni, i graditi ritorni e le inaspettate dipartite, il tutto culminante in un finale esplosivo.
Per non parlar dell'interludio.

domenica 6 settembre 2009

La Morte, l'universo e tutto quanto

Braccato dai Cavalieri dell'Apocalisse, suoi ex datori di lavoro, John Doe si lancia in un'avventurosa e surreale fuga che lo porterà, al termine della prima stagione, a confrontarsi con la sua antagonista, una Morte strafiga, cupa ed elegante.
Nel corso del suo viaggio incontrerà di tutto: pistoleri leggendari, comici irriverenti, ristoranti al termine dell'universo, mercenari acculturati, vampiri, grandi balene bianche, sceneggiatori di fumetti, barbuti giocattolai richiamati in servizio. Un fantasioso frullato di stereotipi del mito e della cultura pop (e non solo), ben sceneggiato, ricco di ironia e citazioni e con un cast di personaggi interessanti.
Unico difetto: la discontinua qualità dei disegni, non sempre all'altezza delle storie, ad eccezione delle meravigliose copertine di Massimo Carnevale.
Notevole.

Greylines