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domenica 6 maggio 2012
The Avengers (2012)
Ritmo, azione e personaggi ben gestiti? Check. Battute esilaranti come se piovesse? Check. Botte da orbi come se non ci fosse un domani? Check. Downey Jr. che non si mangia il film? Check. La Vedova Nera che non sta lì solo a mostrare il (peraltro ragguardevole) culo? Check. Hulk che rulla di brutto? Check. Peccato solo per Hawkeye, utile giusto per farsi chiamare Legolas da Tony Stark. Insomma, mani in aria per Joss Whedon, che sforna uno dei migliori comic movie ever, contando che con l'hype che c'era in giro, deludere le gargantuesche aspettative era un attimo.
E poi qualcuno disse "dio, se ci sei batti un colpo". E arrivò Cobie Smulder.
Forza dio.
domenica 2 maggio 2010
Meno male che Robert c’è
Iron Man 2 è talmente costruito sul personaggio di Tony Stark che non sarebbe strano se l’avesse anche scritto e diretto di persona, il che è un pregio, visto che Robert Downey Jr è in gran forma, ma è anche una debolezza. Già, perché puntando tutto su di lui si è perso qualcosa in tutto il resto. Trama e sceneggiatura sono infatti meno solide e brillanti del primo episodio e gli effetti speciali diventano un po’ troppo invasivi. A risentirne di più però sono gli altri personaggi – piuttosto piatti – e il cast stellare arruolato per interpretarli: gli unici che riescono a non farsi fagocitare dall’istrionico Robert sono la Paltrow, che si rivela anzi un’ottima spalla, e Jackson, con la sua fugace apparizione. Sprecati Johansson e Cheadle, poco convincente Rourke, fastidioso Rockwell.
Insomma, senza il buon Robert Iron Man 2 sarebbe soltanto un carrozzone frettoloso e scintillante, quasi interamente basato su battutine e su un ipertrofico bum-bang-crash. Con lui diventa un divertente film di intrattenimento, sebbene fosse comunque lecito aspettarsi un qualcosa di più.
lunedì 2 novembre 2009
Senza mezze misure: o ti diverti o ti fa schifo
The Spirit è grezzo e volgare, un baraccone surreale che spesso esagera e non fa nessuno sforzo per andare al di là dello schema “pupe & cazzotti”. All’inizio sembra la brutta copia di Sin City, una sorta di caricatura mal riuscita; poi però entra in scena Samuel L. Jackson, sempre più a suo agio quando si tratta di sguazzare in certi ruoli, e dà il giusto tono al film. Ora samurai, ora gerarca nazista, ora scienziato pazzo, ora tamarro impellicciato, il buon Samuel ruba la scena a tutti, riuscendo quasi (quasi) ad adombrare la parata di fighe presenti, a parte forse lei*.
Il ritmo incalzante e un protagonista tutto sommato decente fanno il resto.
Abbassate le aspettative e godetevi la giostra.
* Per chi non l’avesse riconosciuta da questa angolatura, si tratta di Eva Mendes.
lunedì 8 giugno 2009
John e Scarlett a New Orleans
A love song for Bobby Long è un film convenzionale e con un finale affrettato ma ha il grande pregio di fare della propria leggerezza un punto di forza. Travolta gigioneggia, con la sua zazzera bianca e la bottiglia in mano, Scarlett è un pò monoespressiva ma si lascia mangiare con gli occhi per tutto il film e Gabriel Macht è un'ottima spalla per entrambi. Due ore che volano via sulle note di una chitarra e le volute di fumo delle sigarette.
Greylines
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