C’è poco da girarci intorno: Let me in è uno dei migliori film sui vampiri. Ever. Almeno fino a quando non avrò visto anche l’originale di cui questo è il remake.
Matt Reeves, già regista di Cloverfield, dirige e racconta con bravura e sensibilità il legame che nasce fra due ragazzini di dodici anni le cui solitudini si incontrano e si avvicinano nonostante le inusuali abitudini alimentari di lei che, peraltro, ha dodici anni da parecchio tempo. Sì, esatto, i protagonisti sono due ragazzini ma di quelli che non suscitano fastidio sin dalla prima inquadratura. Anzi. Tanto di cappello ai due attori, Kodi Smit-McPhee col suo sguardo timoroso e i sorrisi da innamorato, e la dolcemente inquietante Chloe Moretz. La storia è appassionante e romantica, mai gratuita, e raggiunge punte di struggente e disturbante tenerezza con l’abbraccio fra i due protagonisti, dove lei è ancora lorda del sangue dell’ultima vittima. Un film da vedere per chiunque ami la figura del vampiro, inteso come predatore tormentato e pericoloso, e non come bamboccio bel tenebroso che certe disgustose rivisitazioni in chiave emo-Harmony ci hanno inflitto di recente.
Ah, in italiano l’hanno tradotto Blood story, ma lasciamo perdere che è meglio, va.
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