Carlos Ruiz Zafon non sarà un grande scrittore ma di certo è un ottimo narratore; l'Ombra del vento è un libro che ti prende per mano e ti porta con sè in un intreccio di toni da giallo gotico, melodramma, romanzo di formazione. Zafon è abile a giocare coi parallelismi fra le vicissitudini del giovane Daniel e quelle del misterioso scrittore Carax e riesce a costruire un interessante cast di personaggi che vivacizza l'affresco narrativo senza renderlo dispersivo. Peccato soltanto per uno stile a volte scontato, a volte ridondante: volti rigati di lacrime, cuori gonfi di dolore, passati oscuri, ferite nell'anima; un vocabolario che ritorna troppo spesso quando l'autore lascia i binari dell'ironia e si cimenta con drammi ed emozioni. Molto meglio l'incastro della trama e tutti i dialoghi in cui è coinvolto l'anarchico Fermin, che pare uscito da uno dei primi Pennac.
Greylines
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