Quando lo vidi al cinema, Mary Shelley's Frankenstein mi colpì. Rivederlo 15 anni dopo, come spesso accade, non è stata la stessa cosa.
Tanto per cominciare non lo ricordavo così frettoloso: l'ambiziosa ossessione di Viktor, la creazione del mostro, il ravvedimento del barone, il dramma della creatura, lo scontro fra i due; tutto risolto troppo sbrigativamente, senza ritmo nè tensione. Non ricordavo neanche una recitazione così enfatica e superficiale nonostante nomi come Branagh (che dirige anche), Bonham Carter e DeNiro.
E alla fine, mentre il mostro e il suo creatore bruciano in mezzo ai ghiacci l'uomo abbandona la conoscenza e torna nei porti sicuri.
Bah.
Greylines
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