Sono la trentaquattresima Orda. Sono partiti anni fa dall’Estrema Valle, diretti alla mitica Estrema Vetta, che nessun’altra Orda ha mai raggiunto. Ad ostacolarli, il vento implacabile che da sempre flagella il mondo. Ogni membro dell’Orda ha il suo ruolo, la sua storia e le sue emozioni, che Damasio ci racconta attraverso i loro stessi punti di vista, senza alcun filtro da narratore onnisciente, preferendo coinvolgere piuttosto che spiegare; non vuole descrivere la storia, vuole farla sentire. E ci riesce, per dio se ci riesce. Grazie al suo stile eccentrico e sperimentale, Damasio crea un tessuto di parole denso che dà corpo tanto alle sensazioni dei protagonisti quanto al vento nelle quali esse sono immerse, e che finisce col rapirti e catapultarti lì, in mezzo a loro, ad affrontare enigmi, angosce, amori e pericoli. Ok, a volte l’autore francese calca un po’ la mano con tecnicismi e filosofeggiamenti, ma ciò non impedisce a L’Orda del vento di essere un grande libro, che combina epica, romanzo di formazione e avventura low-fantasy in un mix narrativo e simbolico che nulla ha da invidiare alla letteratura cosiddetta “alta”.
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