Martin Klein viene spedito dall’Ente nel cuore dell’Africa per occuparsi di alcuni pozzi petroliferi, in una zona resa pericolosa dalla presenza di banditi e ribelli, viene rapito e sulle sue tracce viene mandato un “esperto” che dovrà risalire un fiume cupo e antico in cerca di un uomo addentratosi troppo a fondo nel famigerato cuore di tenebra. Il capolavoro di Conrad, di cui Delta blues è una cover dichiarata, incedeva lento e volutamente pesante nel descrivere la decomposizione dell’ordine di una società che andava a confrontarsi con il proprio lato oscuro; il nuovo romanzo dei Kai Zen, al contrario, va troppo di fretta, senza dare il tempo di respirare appieno la cupa atmosfera della vicenda. Passate le prime cento pagine, il libro si fa più solido e interessante: il ritmo rallenta, tranne alcune lampi di violenza ben descritti, fino ad arrivare a un finale che non può non essere crudo, ma che concede spazio a un ottimismo credibile e non ingenuo.
Nonostante i difetti – una certa incostanza narrativa e uno stile pulito ma anche a rischio monotonia – Delta blues riesce ad essere una discreta lettura, ben documentata e in grado di denunciare senza scivolare in facilonerie fanatiche e toni apocalittici.
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