La Sensei è una mangaka che ha rinunciato alle passioni per realizzare la storia che l’ha resa famosa. Hyoutsuki è un demone affascinante e potente, che disprezza gli umani e detesta il cambiamento. Una rara dote consente a lei di varcare il confine fra i mondi e di imprigionare nelle sue chine i destini di altre creature. Compreso lui che, quindi, decide di intervenire. Questo lo spunto di partenza di Esbat, storia di amore e sangue incentrata sui rapporti di potere, volontà e desiderio fra il demone e la donna.
Lara Manni riesce a confezionare una trama interessante, scegliendo di ignorare i soliti e noiosi “eroi buoni” per concentrarsi su Hyoutsuki e sul mezzo-demone Yobai, entrambi discretamente caratterizzati. Quando però sposta la sua attenzione sul mondo “reale” naufraga in una sconcertante marea di banalità: personaggi stereotipati e privi di spessore, versi di Rimbaud e Pascoli mischiati a strofe dei Doors e dei Nirvana, dinamiche giovani-adulti che sembrano uscite da un libro di Moccia. Il tutto condito da uno stile anonimo e troppo, troppo colloquiale.
Un’occasione sprecata. Purtroppo.
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