All’inizio del XV secolo tre cavalieri partono da Segovia, Firenze e Gerusalemme diretti verso Oriente, mossi da diverse motivazioni ma con il medesimo obiettivo: Timur Beg, anche noto come Tamerlano, misterioso e temuto signore di un impero che si estende dai confini turchi a quelli cinesi. Un viaggio di crescita interiore e al tempo stesso un’occasione per descrivere un mondo spesso trascurato dai nostri libri di storia. Uno spunto interessante, insomma, quello de Il signore della Paura. Peccato che il risultato non sia all’altezza: la ricostruzione storica di un esperto come Cardini è indubbiamente profonda e dettagliata ma l’impalcatura narrativa è debole e quasi sempre sottomessa al bisogno di distribuire informazioni. Passaggi affrettati si alternano a prolisse divagazioni e le storie dei protagonisti – solo di due in realtà, lo spagnolo rimane decisamente in secondo piano – non vanno al di là di un’ordinaria vicenda di tradimento e vendetta.
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