Per mostrare ai propri studenti quanto facilmente possa insorgere una dittatura, un insegnante dai metodi alternativi trasforma la propria classe liceale in una piccola autocrazia, con tanto di simbolo, divisa e saluto. Peccato che l’esperimento riesca fin troppo bene. Seguendo le vite del professore e dei giovani alunni si assiste infatti al lento e inebriante montare dell’onda, come un unico organismo in camicia bianca, via via sempre più saldo al proprio interno e insofferente verso chi non ne fa parte o, peggio ancora, lo contrasta. Il tutto fino all’ovvia tragedia.
Grande pregio de L’onda sta nel riuscire a descrivere i meccanismi che portano all’instaurarsi di una dittatura sfruttando una narrazione sobria e lineare, che non svacca in pistolotti retorici o ipercerebrali. Film riuscito e interessante, peccato solo che non sempre l’impatto emotivo sia all’altezza di quello concettuale: la deriva autocratica spaventa più a livello di testa che di pancia.
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