Il ragazzino prodigio, il malvagio che vuole sfruttarlo, la "magia" nascosta dietro un'apparente normalità; gli ingredienti sono i soliti ma in Wunderkind vengono combinati in maniera interessante, dando vita a un urban-fantasy-horror ambientato in una Parigi cupa e suggestiva. La scrittura di D'Andrea trabocca sangue, morte, artigli, strazio, sofferenza e talvolta, specie nel finale, esagera nel cercare a tutti i costi le "tinte forti" ma sa anche essere evocativa e scorrevole nel descrivere e nel narrare.
Un esordio da tenere d'occhio, in attesa del seguito.
Greylines
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