domenica 18 luglio 2010

Il sacrificio di una buona idea

La Sensei è una mangaka che ha rinunciato alle passioni per realizzare la storia che l’ha resa famosa. Hyoutsuki è un demone affascinante e potente, che disprezza gli umani e detesta il cambiamento. Una rara dote consente a lei di varcare il confine fra i mondi e di imprigionare nelle sue chine i destini di altre creature. Compreso lui che, quindi, decide di intervenire. Questo lo spunto di partenza di Esbat, storia di amore e sangue incentrata sui rapporti di potere, volontà e desiderio fra il demone e la donna.
Lara Manni riesce a confezionare una trama interessante, scegliendo di ignorare i soliti e noiosi “eroi buoni” per concentrarsi su Hyoutsuki e sul mezzo-demone Yobai, entrambi discretamente caratterizzati. Quando però sposta la sua attenzione sul mondo “reale” naufraga in una sconcertante marea di banalità: personaggi stereotipati e privi di spessore, versi di Rimbaud e Pascoli mischiati a strofe dei Doors e dei Nirvana, dinamiche giovani-adulti che sembrano uscite da un libro di Moccia. Il tutto condito da uno stile anonimo e troppo, troppo colloquiale.
Un’occasione sprecata. Purtroppo.

lunedì 12 luglio 2010

Droga, pallottole e la nebulosa del Granchio

Banerjhee Rolf ha una moglie affezionata, un giardino da coltivare, un’incrollabile passione per l’astronomia e un vicino tossicomane di nome Toby Pride. Saranno proprio lui e la sua strafatta fidanzata Esme a stravolgergli la vita. Fin dalle prime pagine di Cattive abitudini, discutibile traduzione di Dark companion, Jim Nisbet prende per mano il lettore e lo guida nel mondo esteriore e interiore di Banerjhee; lo fa con una semplicità quasi ipnotica, sfruttando divagazioni astronomiche e dialoghi al tempo stesso brillanti e verosimili. Poi, dopo più di metà romanzo, l’autore cambia ritmo, spiazza e sorprende, in un vortice di sangue e pallottole che porta, con spietata rapidità, a un finale di quelli che ti avvitano alla sedia, ti lasciano lì a fissare le ultime righe e ti fanno dire: “Bravo!”
E non è solo una questione di trama: quello che emerge dalla penna dello scrittore americano è quell’intreccio di paranoie e crisi socio-economiche che sono gli Stati Uniti post-11/09, un posto nel quale nessuno è veramente al sicuro e la vita vale quanto una puntata alla roulette.

VERSIONE APPROFONDITA (ATLANTIDEZINE)

giovedì 1 luglio 2010

La Storia senza una storia

All’inizio del XV secolo tre cavalieri partono da Segovia, Firenze e Gerusalemme diretti verso Oriente, mossi da diverse motivazioni ma con il medesimo obiettivo: Timur Beg, anche noto come Tamerlano, misterioso e temuto signore di un impero che si estende dai confini turchi a quelli cinesi. Un viaggio di crescita interiore e al tempo stesso un’occasione per descrivere un mondo spesso trascurato dai nostri libri di storia. Uno spunto interessante, insomma, quello de Il signore della Paura. Peccato che il risultato non sia all’altezza: la ricostruzione storica di un esperto come Cardini è indubbiamente profonda e dettagliata ma l’impalcatura narrativa è debole e quasi sempre sottomessa al bisogno di distribuire informazioni. Passaggi affrettati si alternano a prolisse divagazioni e le storie dei protagonisti – solo di due in realtà, lo spagnolo rimane decisamente in secondo piano – non vanno al di là di un’ordinaria vicenda di tradimento e vendetta.