sabato 30 gennaio 2010

La mente degli uomini compie strane evoluzioni e non esiste un piano che possa comprenderle tutte

I principali difetti di Q emergono fin dalle prime pagine: troppi nomi e luoghi, troppi flashback, uno stile narrativo talvolta forzato e poco fluido. Poi però, come un diesel, il libro inizia a carburare. Nella seconda parte il ritmo si fa più avvincente e l’intreccio lineare, senza mai perdere in profondità, mentre nella terza, finalmente, il conflitto fra il protagonista e la sua nemesi raggiunge il suo apice. Si arriva alla fine divorando le pagine, assaporando la tensione di una sfida durata tutta la vita e perdonando i difetti incontrati lungo la via.
Ma non è solo questione di intreccio; la forza di Q è nella Storia, che non è semplice cornice ma parte integrante di un discorso di ampio respiro politico, sociale e, soprattutto, umano. Un libro appassionato e maturo, da leggere.

sabato 23 gennaio 2010

Il ritorno del re

Giunta al terzo capitolo, la trilogia del Signore degli Anelli conferma ciò che già si era intuito nei primi due film: la trasposizione della saga tolkieniana è perfettamente riuscita, impreziosita dal tocco personale del regista – la cascata di teschi, le sequenze nella tana di Shelob – e coinvolgente quanto il libro. Miranda Otto (Eowyn) e John Noble (Denethor) sono comprimari di lusso, l’arrivo dei Rohirrim a Minas Tirith è da erezione cinematografica e il climax epico iniziato ne Le due torri raggiunge il giusto apice.
Non mancano gli scivoloni, le madonnate di Legolas hanno sempre un che di gratuito e il finale è infinito ma ciò non toglie che quello di Jackson sia cinema di meraviglia, stupore e dramma, che sa regalare emozioni nel pieno rispetto dall’opera da cui è tratto.

venerdì 22 gennaio 2010

La battaglia per il Fosso di Helm è finita. Quella per la Terra di Mezzo è appena cominciata

Là dove il primo capitolo introduceva e spiegava, il secondo incalza e coinvolge. Ne Le due torri il ritmo si fa più serrato, il livello drammatico sale e lo spessore di molti personaggi cresce, grazie anche a performance interpretative degne di nota. Jackson alza il tiro e dirige con mano salda, alternando le vicissitudini della Compagnia ormai divisa senza mai confondere, in un crescendo di epica e tensione narrativa. Non mancano le finezze – Gollum, la vestizione di Theoden – culminanti nella battaglia al Fosso di Helm e nella splendida cavalcata finale dei Rohirrim, da cineteca.

giovedì 21 gennaio 2010

L’inizio del viaggio

Magniloquente e grandioso, La Compagnia dell’Anello è forse il più didascalico della trilogia di ispirazione tolkieniana, costretto com’è a introdurre il mondo che fa da cornice al viaggio della Compagnia e gli eventi che lo causano. Jackson si prende qualche libertà rispetto al libro e di certo il film non passerà alla storia per la sua regia, benché dignitosa, ma chissenefrega: bastano i primi sguardi alla Contea o la comparsa del Balrog per capire che lo spirito del Signore degli Anelli è stato rispettato in pieno. C’è l’epica, c’è l’eroismo dei semplici, c’è la profondità di un’ambientazione creata fin nei minimi dettagli. E in più c’è un cast azzeccato, a partire dal superbo Gandalf di McKellen, e un’indovinata colonna sonora.

domenica 17 gennaio 2010

Il treno di James Cameron

Se il cinema è la fabbrica dei sogni allora Avatar è cinema allo stato puro. Non è solo questione di effetti speciali più fighi ma del senso di meraviglia che si prova mentre ci si avventura nella giungla di Pandora, bellissima e terribile. Difficile non pensare al treno dei fratelli Lumière: 114 anni dopo, Cameron riesce a riportare sul mega-schermo quello stesso stupore.
Certo, la storia è semplice e i personaggi sono monodimensionali ma il film va preso per quello che è, una fiaba pacifista e ecologista che solo al cinema (evviva) può essere gustata degnamente e chissenefrega se c’è qualche incongruenza.
Bello anche il fatto che la divinità di Pandora sia spiegata con una teoria neurochimica neanche troppo assurda.

sabato 16 gennaio 2010

W L'Italia

Benedetto XVI: "Legge morale vale anche per non credenti"
E l'ICI vale anche per te.

Paola Binetti: "se vince la Bonino lascio il PD".
"Dai che è la volta buona," pare abbia commentato Bersani.

Sfatato il mito dei treni puntuali sotto il fascismo. Pare che arrivassero ampiamente in ritardo ma che il Duce, astutamente, imponesse ai giornali di coltivare il mito della puntualità ferroviaria.
Mi ricorda qualcosa.

Nel frattempo, come vanno le cose sul versante francese della Tav? Benissimo, han finito i sondaggi geognostici quasi dieci anni fa e stanno scavando senza sosta, con la benedizione della maggior parte delle comunità locali e della sinistra (verdi compresi). Forse perchè han capito che così si potrebbero liberare dal più inquinante, costoso e disagevole traffico su gomma.
Provate a dirlo a uno dei sedicenti ambientalisti italiani e vi aggredirà con la sua ascia di selce.

venerdì 15 gennaio 2010

Ora... voglio solo dormire

Thriller psicologico con alcuni punti in comune con Memento (la memoria, gli appunti), L’uomo senza sonno è un film inquieto e riuscito. Anderson gioca con la tensione dello spettatore e dosa con cura i tasselli del puzzle che pian piano si va a comporre, fino all’interessante finale a sorpresa. Il salto di qualità, però, arriva grazie al viso scavato, le ossa sporgenti e lo sguardo allucinato di un Christian Bale magro da far schifo e più bravo che mai, che riesce ad esprimere con ogni centimetro del proprio corpo la spirale di sofferenza fisica e psichica in cui il suo personaggio viene risucchiato. Aggiungerei anche che Aitana Sanchez-Gijon ha un viso splendido.

sabato 9 gennaio 2010

Gli scrittori sono bambini... Anche in tempi normali non riescono a concentrarsi sul lavoro

La bella prefazione di Nuotare sott’acqua e trattenere il fiato punta dritto al cuore della questione: ciò che rende grande uno scrittore è il continuo, incessante confronto col proprio talento e con quello di chi ci ha preceduto. Lucidità e dedizione. Ecco perché questa raccolta di scritti di Scott Fitzgerald si rivela così efficace: più che di consigli veri e propri, è ricca di riflessioni e commenti sulla propria esperienza che solo in alcuni casi, per lo più indirizzati alla figlia Frances, assumono il tono di insegnamenti diretti. Non a caso la parte migliore è l’ultima, Vita di uno scrittore, dalla quale emerge il tormento della scrittura e il ruolo primario da essa giocato nella vita di Fitzgerald. Robe che la maggior parte degli scrittori odierni non sa neanche dove stiano di casa.

venerdì 8 gennaio 2010

È un caso molto complicato, pieno di input e di output

I Coen affrontano il noir a modo loro e il risultato è una parodia dell’hard boiled diventata culto, con un protagonista – the Dude/il Drugo – meritevole di idolatria. Il grande Lebowski è surreale, geniale, comico. Jeff Bridges in accappatoio e occhiali da sole è meraviglioso e il resto del cast non è da meno: dal rabbioso Goodman alla vaginale Moore, dal perverso Turturro al mollusco Seymour Hoffman. Anche Tara Reid riesce a sembrare un’attrice. Gag azzeccate, sogni psichedelici e situazioni grottesche frullate insieme da chi sa come fare cinema.
Alla fine del film vi verrà voglia di andare a giocare a bowling, sorseggiando White Russian.

sabato 2 gennaio 2010

Romanzo criminale

Che film.
Serrato e drammatico, senza sbavature né retorica gratuita. Mostrandoci l’umanità dei membri della banda della Magliana, Placido ci rende partecipi delle loro vicissitudini senza però trasformarli in eroi; ricche di sfumature volgenti al nero, le loro storie violente si incrociano con quelle di una nazione sotto assedio, finendo trascinate in un meccanismo più grande di loro, più grande di tutti. La Storia prosegue indifferente e il passo da carnefice a vittima è brevissimo. Gli attori migliori finiscono a fare i criminali mentre tocca all’insipido e poco convincente Accorsi interpretare il commissario che dà loro la caccia. Superbi Favino e Rossi Stuart, ottima (e parecchio bella) Anna Mouglalis.