I principali difetti di Q emergono fin dalle prime pagine: troppi nomi e luoghi, troppi flashback, uno stile narrativo talvolta forzato e poco fluido. Poi però, come un diesel, il libro inizia a carburare. Nella seconda parte il ritmo si fa più avvincente e l’intreccio lineare, senza mai perdere in profondità, mentre nella terza, finalmente, il conflitto fra il protagonista e la sua nemesi raggiunge il suo apice. Si arriva alla fine divorando le pagine, assaporando la tensione di una sfida durata tutta la vita e perdonando i difetti incontrati lungo la via.
Ma non è solo questione di intreccio; la forza di Q è nella Storia, che non è semplice cornice ma parte integrante di un discorso di ampio respiro politico, sociale e, soprattutto, umano. Un libro appassionato e maturo, da leggere.
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