giovedì 17 febbraio 2011

Machete don’t text. Machete improvises

Tolta l’eccezione Sin City, nel cui soggetto peraltro non c’era nulla di suo, da queste parti Rodriguez non è mai stato apprezzato come autore. Poi però un giorno ha messo un finto trailer in uno dei suoi filmacci e da lì, per nostra fortuna, è nato Machete. In sostanza l’idea del film è questa: si prende come protagonista Danny Trejo, un messicano fatto di capelli e corteccia, e gli si dà un buon motivo per vendicarsi di uno Steven Seagal talmente sovrappeso che nel duello finale ha il fiatone dopo ogni fendente. Per rendere più intrigante la cosa si aggiungono un po’ dei soliti cattivi idioti, più De Niro e Don Johnson – dico, Don Johnson – che si divertono a fare i viscidi bastardi. Poi, siccome il tutto non è ancora abbastanza virile, si butta dentro pure una sventolata di fighe mica da ridere: Lindsay Lohan, che più o meno interpreta sé stessa nella realtà, Jessica Alba che neanche qui riesce a recitare decentemente ma chissenefrega, e Michelle Rodriguez, che regna senza bisogno di spiegare perché. Il tutto in un delirante crescendo di gratuita e assurda terronaggine, che alla fine sei contento perché era proprio quello che volevi.

martedì 8 febbraio 2011

Quando il cattivo con la pistola incontra la bionda con la pistola...

Ma chissenefrega della trita e ritrita storia di vendetta personale e della rivedibile e prevedibile sceneggiatura: The quick and the dead è un carrozzone stupido e fracassone, ma con un grande pregio: è divertente. L’importante è sapere che c’è un gran cattivone, che poi è Gene Hackman che interpreta Gene Hackman che interpreta il villain di turno, che morirà solo dopo che tutta una serie di biechi e grotteschi banditi l’avrà preceduto. Poi c’è Di Caprio che fa lo sbruffone, Crowe che fa l’ex criminale convertito che non vorrebbe più uccidere però insomma quando ci vuole ci vuole e, invece del solito pistolero senza nome, qui abbiamo Sharon Stone. Intendiamoci, Sharon è lì solo in quanto figa imbarazzante e quando prova a recitare viene da ringraziare gli dei che il suo sia un personaggio di poche parole, però nel complesso ci sta. In soldoni il film di Raimi, più che un western è la caricatura di un western, ma in fondo il buon vecchio Sam ci piace proprio perché è un guascone che non si piglia troppo sul serio e sa come intrattenere.