venerdì 24 ottobre 2008

Protesta sì, protesta no... la terra dei cachi

La protesta contro la legge 133 mi ha indotto a fare un salto su Tocqueville per tastare il polso della situazione vista da chi ha opinioni diverse dalle mie. Pur essendo di sinistra mi sono spesso dissociato dalle prese di posizione puramente ideologiche perchè una cazzata è tale a prescindere dal colore politico ma quando leggo certe considerazioni sullo stato della pubblica istruzione fatte da chi ritiene di essere obiettivo e in realtà non fa che ripetere slogan di partito (accusando gli altri di fare lo stesso) mi cascano le palle. Si parla, ad esempio, di pochi facinorosi studenti con la kefia al collo - questo è un dettaglio che ripetono tutti - che impediscono a tutti gli altri di seguire le lezioni. Si parla di okkupazioni rosse. Si parla di insegnamenti universitari di pessima qualità che quindi giustificherebbero i tagli. Si parla di ricerca utile solo se finalizzata a brevetti e applicazioni pratiche nel breve periodo. Si parla del proliferare delle facoltà. Si parla dei baroni.
Ma:
1. io lavoro in università e non ho ancora visto studenti cui sia stato impedito di fare lezione;
2. ci sarà un motivo se i ricercatori italiani sono così apprezzati all'estero a livello di preparazione. Anche questo giustifica i tagli alla spesa?
3. finanziare solo la ricerca applicata dimenticando quella di base è una delle cazzate più colossali che si possano fare. Spessissimo i risvolti applicativi di molte scoperte non erano prevedibili ma per fortuna c'è qualcuno che si è cimentato comunque. Senza la ricerca curiosity driven non si va da nessuna parte;
4. la proliferazione delle sedi universitarie era stata bloccata già dal precedente ministro (uno dei pochi interventi decenti in quest'ambito).
5. nelle università esistono i raccomandati (ehi, l'acqua calda!) quindi è giusto tagliare. Seguendo la stessa logica allora dovremmo applicare la stessa soluzione in tutti i settori, a partire dalle industrie feudali fino ad arrivare alla... ehm... politica (scroscio di risate). Se c'è un problema la soluzione non è tagliare ma riformare. Ma riformare vuol dire fare fatica, meglio tagliare e poi minacciare di mandare i poliziotti.
Ecco, appunto, i poliziotti.
E poi s'incazza se gli si dà del dittatore.

Greylines

PS: il mio sogno? Che l'istruzione, a tutti i livelli, venga finalmente affrontata senza ideologismi. Basta con certe proteste di sessantottina memoria che esplodono quando si sente parlare di voto di condotta o di selezione basata sul merito. A è più bravo di B? A va avanti e B no.
Ma basta anche con la rivalsa della destra verso un settore che da sempre vota a sinistra, basta con le solite storie sui pochi studenti che rovinano le lezioni a tutti, basta con certe visioni beceramente materialistiche che considerano utili cultura e ricerca solo se finalizzate alla produzione economica.

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