domenica 17 ottobre 2010

Con gli anni, ho invece imparato che i mezzi cambiano il fine

Chiunque abbia letto e apprezzato Q non potrà non emozionarsi nel vederne ricomparire l’irrequieto e ribelle protagonista. Un ritorno che avviene dopo un centinaio di pagine in Altai, nuovo romanzo storico del collettivo Wu Ming, ambientato fra Venezia e Costantinopoli 15 anni dopo il precedente. Mancano certi didascalici elenchi di nomi e luoghi che indebolivano la prima parte di Q, come pure certi flashback e flashforward talvolta confusionari; Altai ha una struttura più lineare e pulita senza per questo rinunciare a un intreccio coinvolgente e alla forza della rievocazione storica – ottimi i dialoghi in lingue e dialetti diversi. Manuel Cardoso, agente segreto della Serenissima e giudeo in lotta con le proprie origini, non ha lo stesso carisma del ‘viaggiatore del mondo’, cui viene affidata la riflessione centrale del libro, ma gli autori riescono comunque, tramite lui, a raccontare con efficacia uno dei tanti capitoli della continua fuga del popolo ebraico. Soprattutto, non si accontentano di confinare la Storia a pura e semplice ambientazione, ma le conferiscono un ruolo di primo piano.

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