giovedì 17 settembre 2009

Si è morti, si dorme il grande sonno e ci se ne fotte di certe miserie

Il Philip Marlowe del Il grande sonno, alla sua prima comparsa nel mondo degli investigatori privati e della letteratura, non ha ancora quello spessore emotivo che si ritrova, ad esempio, ne Il lungo addio. Ci sono, però, tutti quei tratti che l'hanno reso celebre: la sua solitudine, la sua cinica e ironica malinconia, il suo tenace e personale senso del dovere. E c'è anche il suo mondo degradato, la sua Los Angeles popolata da un'umanità corrotta e senza speranza.
E poi, last but not least, c'è il modo in cui Chandler tiene in mano quella maledetta penna: linguaggio e dialoghi, metafore e introspezione sono i punti di forza del suo straordinario narrare.

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