Tanto più una storia è forzatamente complicata e infarcita di riferimenti pseudo-filosofici, psicologici, mitologici, religiosi e drammatico-esistenziali, tanto più è bella.
Chiamiamola Sindrome di Evangelion.
Miete vittime fra chi confonde l’incomprensibilità con la profondità.
Benché non troppo originale, Ergo Proxy ha le carte in regola per essere una serie interessante ma si perde in un intreccio di forzature che puntano alla riflessione sublime ma che generano soltanto confusione.
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