Certo, la facile morale sull’inseguimento dei propri sogni lascia il tempo che trova e non manca una certa dose di “conformismo anticonformista” che potrebbe deludere i fan di Tim Burton; ciò nonostante il regista sa bene cosa sia il sense of wonder e in Alice in Wonderland ne dispensa a pacchi. Il risultato è un film furbo, poco burtoniano, a tratti scontato ma anche assurdo, ironico e avventuroso, ricco di suggestioni e di scelte azzeccate – dal meraviglioso Stregatto alla capocciona Regina Rossa, dal criptico Brucaliffo alla scacchiera dello scontro finale – e che sa coinvolgere e divertire.
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