mercoledì 12 maggio 2010

Leon, che nome cazzuto

Raccontare una platonica storia d’amore fra un sicario e una ragazzina poteva essere un’idea rischiosa; troppo facile scivolare nella banalità o nel cattivo gusto. Luc Besson, in Leon, ci riesce in pieno, realizzando il suo miglior film grazie a un indovinato equilibrio di violenza, delicatezza, malinconia, ironia e dramma che nei lavori successivi non riuscirà più a ricreare. La scena d’azione conclusiva poi è un vero gioiello. Di certo però non avrebbe ottenuto lo stesso risultato senza una spettacolare coppia di protagonisti: difficile infatti dire se sia più strepitoso Jean Reno, col suo killer professionista e goffamente umano, o la giovanissima Natalie Portman, con la sua audace ragazzina in cerca di amore e vendetta. Bene anche Gary Oldman e il suo poliziotto banditesco e schizzato. Ottima colonna sonora.

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