lunedì 26 settembre 2011

Pirati e bambini nel bel mezzo di Roma


Intendiamoci, il Pan di Dimitri è un romanzo nerd, di quelli pieni di riferimenti esoterici, dove si citano giochi di ruolo e miti di Cthulu, e dove i buoni leggono fumetti, imparano a far magie e si accoppiano con fate iperfighe. Per questo ci piace. Ci piace anche perché è fatto bene: l’intreccio è ben costruito e avvincente, i personaggi ben caratterizzati, il ritmo non cala nei passaggi da una sottotrama all’altra, e i dialoghi sono scorrevoli e credibili. Come spesso accade, c’è il rischio di ritrovarsi a simpatizzare per il cattivo, specie quando il presunto buono è un essere arrapato e violento, incapace di riflettere per più di tre secondi, con un seguito di bambocci, fricchettoni, sognatori (ah, i sognatori) e black bloc, e un’idea di libertà che, in realtà, non è molto meno tirannica di quella del suo avversario. Alla fine, però, ognuno ha ciò che merita. Vinca il male minore, insomma. In generale, Pan ci piace perché è una storia avventurosa con più livelli di lettura e un’idea di base tutt’altro che banale. D’accordo, non mancano difetti stilistici sui quali, a parte l’eccessivo e fastidioso uso delle parentesi, si può però soprassedere e godersi tutto il resto.
Consigliata la versione in ebook.

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